UN BUCO CON DUE CANZONI INTORNO |
Capitolo 7 - Piccola revisione dell'italico rock |
Chi si aspetta un elenco di date e nomi viene qui tradito senza pietà. Questo presuntuoso capitolo della nostra storia si propone solo di sfatare alcune leggende che per anni hanno dominato incontrastate nei libri e nella memoria collettiva; mentre altri puristi e cronisti del Rock'n'Roll sapranno tracciare un calendario dei fatti più credibile di quello che potrebbe compilare il sottoscritto. Il 45 giri e il Rock'n'Roll sono la coppia d'oro degli anni Cinquanta e dei primi Sessanta. Combaciano come Bonnie e Clyde, il pane e la Nutella, il burro e la marmellata. Imprescindibili l'uno per l'altro. Ma non tutti i 45 giri sono riusciti... col buco. Almeno a una disamina posteriore, quando ormai è bene tirare le somme dei decenni che furono e imparare a mettere i puntini sulle “i”. Due, le contestazioni principali: a) Gli urlatori, fenomeno tutto italiano, non sono cantanti di Rock'n'Roll né mai lo sono stati. La tendenza a confondere i due generi nasce dal fatto che all'alba del Rock'n'Roll in Italia – primavera 1957 – l'Italia provinciale e dialettale è assetata di novità ma non è capace di analizzare obiettivamente quel che sta accadendo. b) I rockers italiani dei primordi cantano in tutte le lingue del mondo tranne che in Inglese. Provare per credere: Giorgio Gaber che esegue Be Bop A Lula ha lo stesso accento di un pastore armeno che intona una canzone svedese. E così la povera Mina che scandisce Passion Flower, When e The Diary come una che è appena uscita da una colonscopia; idem per la milanese Betty Curtis, che se cantasse With All My Heart in dialetto meneghino farebbe una figura migliore. La sensazione è che il Rock'n italiano dei primordi sia stato tutto un raggiro e una mistificazione di cialtroni, mitomani e millantatori. In realtà, sì, è vero, abbiamo iniziato proprio alla fine dei Cinquanta quel processo di imitazione (quando non di plagio) della musica straniera che marcherà a fuoco tutta la produzione beat dei Sessanta; però c'è anche molto di originale, e tra il 1958 e il 1960 artisti come Clem Sacco, Ghigo, Ricky Gianco si scoprono brillanti inventori in un panorama di esecutori mediocri. Tiriamo le somme. Nel 1957 il fatto determinante è che non siamo culturalmente preparati ad accogliere il Rock'n'Roll, ma lo facciamo ugualmente perché il nostro provincialismo ce lo impone. Vuoi per la censura della televisione, che asseconda il perbenismo ipocrita imperante, vuoi perché siamo tardi a recepire, i dischi di Rock'n'Roll venduti tra il 1955 e il 1957 si computano in un totale di poche migliaia, mentre dal '57 al '60, con i “fenomeni” locali inizia la grande stagione di riscatto con la penetrazione anche dei mostri sacri, in un range che va da Little Richard fino a Roy Orbison. E' quindi merito di Celentano e Little Tony se ci siamo imbevuti di Elvis Presley, Bill Haley, Jerry Lee Lewis, Johnny Burnette e se abbiamo ballato Lucille, Whole Lotta Shakin' Goin' On, Long Tall Sally, Good Golly Miss Molly, Summertime Blues, C'mon Everybody fino a consumare i solchi dei nostri 45 giri? Ebbene sì. E Dio li benedica ora e sempre, perché è il loro più grande merito. 7 - continua |
Foto 1: Adriano Celentano - il primo, storico EP per la Jolly. Il Molleggiato aveva già inciso, due anni prima, quattro singoli e due extended play per la Music, con otto titoli in lingua inglese. Inutile dire che la scarsa attitudine di Adriano per gli idiomi esteri e la sua propensione a inventarsi le parti di testo che non ricordava hanno reso davvero buffe queste "mitiche" performance. Foto 2: Giorgio Gaber - Love Me Forever / Be Bop A Lula. Questo è il secondo singolo del giovane Gaberscik, milanese di nascita ma di radici istriane. Si noti dal numero di catalogo che si tratta di una delle prime incisioni della Dischi Ricordi (l'undicesima). E' il 1958 e il Rock'n'Roll emette già vagiti da qualche mese. Foto 3: Ricky Sann con i Rock Boys - Precipito / Senza parole (1959). Secondo singolo anche per il lodigiano Riccardo Sanna-Ricky Gianco. Nei Rock Boys, primo gruppo di Celentano, militano per un certo periodo anche Giorgio Gaber ed Enzo Jannacci. La singolarità di questo pezzo è che viene cantato con una erre blesa che scomparirà nei dischi dell'autore su Tavola Rotonda. Foto 4: Johnny Baldini - King of Rock / Fai come ti pare (1960). Baldini ha pubblicato con Excelsius solo 4 singoli, tutte cover. Più tardi passerà alla Combo, fondata nel 1958 da Mario Trevisan (ex proprietario della Fonit - Fonodisco Italiano Trevisan, ceduta alla Rai e fusa con la Cetra). Baldini rimane un grosso mistero per gli studiosi di questo periodo: di lui non si sa praticamente nulla. Foto 5: Johnny Baldini - Why / Oh! Carol (1960). Una rarissima copertina autografata da Baldini. In questa incisione il rocker affronta un pezzo di Frankie Avalon e Neil Sedaka. Si notino le gambe inarcate "alla Celentano" del disegno: un vero e proprio marchio. Foto 6: Cesar May - EP Cesar May With The Danyl's Boys At The Moulin Rouge In Geneva. Unico e megararo EP italiano del grande crooner, che si avvicina solo di tangente al Rock'n'Roll ma che lascia un eredità pesantissima: il suo accento americano è unico e inimitabile, e saranno in molti a invidiarglielo.
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