UN BUCO CON DUE CANZONI INTORNO |
Capitolo 1 - Un buco con due canzoni intorno |
Conosciamo quasi tutto del mondo vinilico. La produzione musicale, dal cantante più sconosciuto ai campioni di incasso, a un sessantennio dal primo LP non ha più segreti. Ciascuno di noi serra nel pugno di note di un ritornello le stagioni più belle della sua vita, e non c'è canzonetta che non evochi un profumo, un immagine, un istante di felicità o di dolore di chi l'ha posseduta come una bella donna. I più incalliti, malati cronici quanto me, contano i ricordi più intensi sulla mano sinistra mentre la destra appoggia ancora una volta il pick-up sul microsolco per inebriarsi dell'ultimo acquisto. Quello che pochi sanno – compreso il sottoscritto fino al momento di iniziare questo lavoro – è che il sinonimo di canzonetta per eccellenza, il 45 giri, è nato quasi per caso. E' frutto della competizione feroce, nell'immediato dopoguerra americano, tra i due colossi discografici CBS e RCA, che cercavano una chance produttiva che permettesse a ognuno di conquistarsi la leadership del mercato. La storia del foro tondo con due canzoni intorno parte dal Long Playing. Nel 1948 la Columbia annuncia infatti negli Stati Uniti la nascita del 33 giri e 1/3. Una deflagrazione nel mondo del 78 giri, che in un colpo solo viene rimpiazzato (e con una qualità infinitamente superiore) da un supporto più capace, durevole, leggero, maneggevole, archiviabile e collezionabile. Tecnologicamente è l'equivalente dell'armageddon del compact disc, che irromperà sul mercato 34 anni dopo, nel 1982. Come per il cd in seguito, il microsolco cambia il sistema di ascolto della musica, con apparecchi interamente elettrici, puntine dedicate e molto più longeve, diffusori acustici che riproducono un suono più pieno, preciso e senza rumori di fondo. Benedetta Columbia, si dirà a gran voce, la musica cambia musica! Il Long Playing viene accettato come standard in pochissimi mesi e i cantanti si indirizzano tutti al nuovo formato. Si è in grado di produrre dischi che possono contenere non due ma otto, dieci brani a disco, con risparmio sia per chi compra (ma questo è vero solo per i primi tempi), sia per chi deve stampare un solo disco anziché quattro. E qui accade l'imponderabile. La Columbia, tutta compresa nelle vendite e gongolante per l'invenzione del microsolco, si dimentica di brevettarlo. Incredibilmente chi vuole appropriarsi del nuovo sistema senza pagare royalty al suo scopritore è libero di farlo. La Radio Corporation of America approfitta così, a volo di falco, del “buco” di tutela dei diritti, sfruttando il microsolco e cercando un nuovo formato che faccia concorrenza all'odiato competitor. Perché 45 giri e non 44 o 46 o 58? Presto detto. Uno degli ingegneri RCA ha un'intuizione, una banalissima sottrazione destinata a costruire la storia della musica del secondo Novecento: settantotto meno trentatre uguale quarantacinque. Nasce in quella buffa equazione la storia del 45 giri, un formato “di mezzo” tra un passato ormai remoto e un futuro tutto da scoprire. L'avreste mai detto? Il 31 marzo 1949 la RCA lancia il primo disco singolo a microsolco. A voler essere pignoli, il primo disco stampato in questo formato è un promo, un vinile di dimostrazione inviato a tutti i rivenditori d'America, che devono far ascoltare ai clienti e poi rispedire all'azienda. In realtà proprio il 31 marzo vengono pubblicati, tutti insieme, 76 album e 104 singoli. Cosa si intende per album? Non certo il concetto moderno di LP da sfogliare, nato nel 1967 con Sgt Pepper's Lonely Hearts Club Band dei Beatles, ma un cofanetto di tre-quattro 45 giri confezionati per essere messi tutti in sequenza sul braccio meccanico del giradischi, come in un juke-box, e ascoltati uno dopo l'altro. Ecco il motivo per cui, in un “album” di 4 singoli, sul lato B del primo non c'è la continuazione del lato A ma l'ultimo brano (n. 8) dell'album, sul lato B del secondo c'è il brano n. 7 e così via). Mentre le ballate di Hank Williams impazzano in tutte le classifiche grazie alla diffusione del nuovo supporto, nel 1949 via via iniziano la MGM, la Capitol, la Decca, la Coral, la Brunswick ad abbracciare la “nuova religione”. La trasmutazione del 78 giri in chiave moderna porta alle case discografiche molti vantaggi. Grazie alla sua praticità diventerà nel tempo un prodotto di molto più largo consumo del formato precedente (con un incremento titanico delle vendite) e diffonderà più velocemente e più capillarmente anche i cataloghi e i titoli più difficili; inoltre permetterà di investire costantemente nella ricerca di nuove voci, nuovi autori, nuovi musicisti, ecc. In Italia, secondo Mario De Luigi, direttore del glorioso Musica e Dischi e autore del preziosissimo L'industria discografica in Italia (1982, Lato Side Editori), la discografia nascente nel dopoguerra (CGD di Teddy Reno e Celson dei fratelli Gurtler, fondatori della Saar che distribuirà una galassia di altre etichette), oltre alle aziende già consolidate (Cetra, Voce del padrone, Fonit, Durium, Parlophon, ecc.) è titubante di fronte all'ascesa del 45 giri. Si discute molto ma nessuno osa lanciarsi. Solo a partire dalla primavera del 1952 a Milano appaiono i primi singoli a microsolco, stampati più come curiosità che come tedofori di un nuovo, dinamico mercato. 1 – continua. |
Una delle prime produzioni - se non la prima - della Fonit su 45 giri: Debutto su 45 giri anche per la Pathé: |