Archivio Editoriali - 4 Marzo 2023 |
4 E 5 MARZO 1943. SI ACCENDONO DUE "LUCI" PER LA CANZONE ITALIANA Cari amici, in questi giorni avrebbero compiuto 80 anni due grandi miti della canzone italiana che invece un destino crudele ci ha portato via troppo presto. Il 4 marzo 1943 (che è anche il titolo della sua canzone più popolare) nasce a Bologna Lucio Dalla, mentre il giorno dopo, 5 marzo 1943, nasce a Poggio Bustone, in provincia di Rieti, Lucio Battisti. Li vogliamo ricordare con alcuni aneddoti che li riguardano. Nel 1966, Lucio Dalla va per la prima volta a Sanremo e propone un motivo dal titolo strano “Paff… bum!”. Avrà sicuramente più successo l’anno dopo quando, insieme all’Equipe 84, è in gara con “Bisogna saper perdere” per non parlare del trionfo del 1971, quando, ancora con l’Equipe 84, arriva al terzo posto con “4 marzo 1943”. Ma torniamo a “Paff… bum!”. Subito dopo il Festival questo pezzo viene inserito nel primo album del cantautore bolognese, un album che si intitola “1999”, e che dovrebbe contenere anche un pezzo curioso come anticipa al Radiocorriere TV Renzo Arbore. In realtà, poi la canzone della quale parla Arbore verrà incisa come singolo a 45 giri. Scrive Renzo Arbore: “Zabadà, sciubidibù, scrasc scrasc, ma che cos’è Bonetti! – sbabadibà, dududu, lllllllllalà, ma che cos’è Bonetti! – sbadabà, ecc. ecc. ma che cos’è Bonetti”. Questi sono i versi dell’ultima canzone di Lucio Dalla. Chi l’ha visto incidere questo suo nuovo disco, dice che difficilmente riuscirà ancora a vedere una cosa del genere. Dalla infatti, per rendere più efficacemente lo spirito della canzone si è presentato nello studio di registrazione della sua Casa discografica vestito con una giacca da smoking, un paio di pantalonacci già residuato di guerra, una camicia col collo duro aperta su una canottiera da marinaio, scarpe giallo canarino e una chilometrica sciarpa grigioverde. Il disco è perfettamente riuscito: il più pazzo mai pubblicato da una Casa discografica. Le uniche parole comprensibili sono appunto “ma che cos’è Bonetti”, che potrebbero anche avere un senso se questo Bonetti fosse un personaggio molto noto, almeno nell’ambiente musicale. Bonetti, invece, è soltanto un amico d’infanzia di Lucio Dalla, una persona serissima che crede ancora quella registrazione uno scherzo, e non sa che sta correndo il rischio (se il disco avrà successo) di diventare in breve tempo il Carneade della musica leggera italiana.” Fin qui Renzo Arbore, ma quanta genialità c’è sempre stata nel grande Lucio Dalla, già all’inizio del suo percorso nel mondo della canzone! Ed eccoci a parlare dell’altro grande Lucio, Lucio Battisti. Pensate che all’inizio della sua carriera, i funzionari della radio pensavano che avesse una voce “poco radiogenica”, tant’è vero, che nonostante nel 1966 avesse già inciso il suo primo 45 giri, il primo grande successo di Mogol e Battisti, “29 settembre”, fu interpretato dall’Equipe 84, e solo in un secondo tempo inciso anche dallo stesso Battisti. Ma non solo: sebbene Lucio Battisti sia stato una figura fondamentale per la storia della musica italiana, i vertici della sua casa discografica, la Ricordi, proprio non volevano saperne di ritrarlo in copertina nel suo album d’esordio. Sostenevano che Lucio non avesse il portamento adeguato per catturare l’attenzione dei potenziali ascoltatori. D’altro canto, sarebbe stato impossibile pubblicare un disco di debutto senza l’artista in copertina. Fu così che Lucio e la Ricordi scesero a compromessi. “Per una lira” avrebbe ritratto Lucio di spalle mentre abbraccia una ragazza, con una moneta da una lira sullo sfondo. Ancora qualche curiosità su Battisti: i primi testi del cantante furono scritti in realtà da Roby Matano, frontman dei Campioni, che aveva reclutato Battisti come chitarrista nel corso degli anni Sessanta. Alcuni di questi testi rimarranno sconosciuti, altri verranno rimaneggiati confluendo in altri testi firmati da Mogol, come “Non chiederò la carità”, che divenne “Mi ritorni in mente”. Giulio Rapetti, in arte Mogol, non rimane molto impressionato dal primo incontro con Battisti. Ma sarà poi lo stesso Rapetti a insistere perché Battisti cantasse in prima persona le sue canzoni, arrivando persino a minacciare di dare le dimissioni di fronte all’iniziale diniego della Casa discografica Ricordi. E concludiamo questo curioso ricordo dei due grandi Luci della canzone italiana, inviando loro gli auguri per questo ottantesimo compleanno, ovunque essi siano. La loro musica resta e resterà ad imperituro ricordo di due grandi geni che hanno rivoluzionato la musica italiana. Buon compleanno, Lucio Dalla, buon compleanno, Lucio Battisti. Meno male che ci avete lasciato in “Piazza Grande” “Il nostro caro angelo”, e là, su “La collina dei ciliegi”, tra “Fiori rosa e fiori di pesco”, magari in “Una giornata uggiosa”, e stando “Attenti al lupo”, ci ritorneranno in mente le vostre indimenticabili canzoni. “Sì, viaggiare”: e “Sulla rotta di Cristoforo Colombo” potremo vedere “Com’è profondo il mare” e chiederci “Ma come fanno i marinai”, provando infinite “Emozioni” per i vostri “Pensieri e parole”. Ed anche per oggi ci fermiamo qui.
Carissimi Lucio Dalla e Lucio Battisti… tanti auguri per i vostri 80 anni, ovunque voi siate ______________________________________________________________________________________ |