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Archivio Editoriali - 26 Febbraio 2023
a cura di Fiorenzo Pampolini

1983: TOTO CUTUGNO RACCONTA "L'ITALIANO".
L'ULTIMO SALUTO A MAURIZIO COSTANZO

Cari amici, come abbiamo raccontato un paio di settimane fa, il Festival di Sanremo 1983 viene vinto da Tiziana Rivale, ma i voti del Totip danno al primo posto Toto Cutugno, con “L’italiano”, una canzone che diventerà quasi un inno soprattutto per i nostri concittadini residenti all’estero.
Subito dopo il Festival, il Radiocorriere TV incontra Toto Cutugno e lo intervista.

Toto Cutugno, ovvero un artista dal glorioso passato come autore internazionale (ha scritto musica per Johnny Hallyday, Michel Sardou, Nancy Sinatra, Miguel Bosé) e nazionale (Domenico Modugno, Ornella Vanoni, Adriano Celentano). Come cantante ha vinto un festival di Sanremo e mezzo: nel 1980 con “Solo noi” e quest’anno (1983 ndr) con 548mila voti popolari Totip per una canzone, “L’italiano”, che la critica ha definito “ruffiana” e una “celentanata”. Il Toto, come dice di lui parlando in terza persona, non l’ha presa affatto bene, vediamo perché.

“La verità, quella che può dire un bambino diligente e onesto alla maestra che lo interroga, è che il Toto questa canzone l’ha scritta perché ci credeva, perché lui, che è sempre in giro, gli italiani li riconosce prima che parlino, dagli occhi, occhi incredibili e malinconici anche se sembrano allegri. Quella nostalgia è per il Paese più bello del mondo, perché puoi andare in Polinesia, a Tokio, nelle Americhe, in Australia, ma non ci trovi le stesse emozioni. Ecco allora che il Toto ha voluto fare un omaggio a quei 50 milioni di persone che son via ma non smettono di sentirsi italiane.

“Per quanto riguarda la “celentanata”, il Toto con in tasca la canzone scritta insieme a Popi Minellono si è chiesto: chi la può cantare? Chi rappresenta un grande italiano? Celentano! E lui ha quasi il dovere di cantarla, lui che è così amato dalla nostra gente, lui che non è un giramondo ma se ne resta a casa a fare i suoi film fortunati…

“Così il Toto modella la sua canzone sui toni di Adriano e la porta a Miki Del Prete, il produttore di Celentano, che la sente (si era nel novembre 1981), impazzisce di gioia e gli dice: “Tra otto mesi cominciamo a registrare “Uh! Uh!” e la inseriamo”. Poi, evidentemente se ne sono dimenticati e il Toto è troppo orgoglioso per ripresentarsi. Così ha detto… cara figlia mia, ti canto io, che ti canto col cuore.”

Cuore siciliano?

“Mio padre era siciliano e mia madre toscana. Io sono nato a Fosdinovo, un paesino dove Dante Alighieri, ospite dei Malaspina, scrisse i 33 canti dell’Inferno. Però mio padre lavorava in Marina e io sono vissuto a La Spezia fino a vent’anni, quando me ne sono andato a Milano e poi ho sposato una milanese. Puoi ben capire che sono un italiano.”

Com’è che ora parli in prima persona?

“Il Toto pubblico e quello privato sono quasi due signori diversi. Forse il primo non sa cantare, come qualcuno ha detto, ma in comune con l’altro ha l’essere “per bene” e su questo nessuno può fiatare.”

Ti senti molto attaccato?

“Alcuni pensano che la mia sia musica facile in quanto popolare. Perché non provano a farla, dico io, e magari ad avere anche successo? Certo non mando messaggi come i grandi cantautori, sono un cantante di massa e mi va benissimo così, perché io sono semplice, istintivo. Il falso (o anche il vero) intellettuale crede che non ci sia nulla da scoprire in me. Però, poi, sei milioni di persone comprano un mio disco, saranno sei milioni di rimbambiti?”

Il tuo futuro?

“Continuerò a scrivere, perché la mia attività principale è come autore, ma intanto devo occuparmi di questa creatura, di questa ultima canzone mia, e la porterò con me per due o tre mesi in Francia, Canada, Germania, Sudamerica… Perché quando il Toto fa una cosa si prende un impegno.”

E dopo “L’italiano”, Cutugno tornerà molte altre volte a Sanremo - classificandosi spesso al secondo posto - come nel 1984 con “Serenata”, nel 1986 con “Azzurra malinconia”, nel 1987 con “Figli”, nel 1988 con “Emozioni”, nel 1989 con “Le mamme”, nel 1990 con “Gli amori” ed ancora in alcune edizioni successive.

Nel 1990 vince l’Eurovision Song Contest con “Insieme: 1990” e tra gli anni ’80 e ’90 è anche conduttore televisivo di programmi molto seguiti come “Domenica In” e “Piacere Raiuno”. E se il suo percorso nel mondo della canzone era iniziato qualche anno prima, è proprio con “L’italiano” che inizia il periodo migliore della sua carriera. Dall’inizio della sua attività musicale ad oggi (2023), sono state vendute oltre 100 milioni di copie dei suoi dischi, ed è quindi tra gli artisti italiani di maggior successo.

Mentre stavamo concludendo di scrivere questa nota, è arrivata la notizia della scomparsa di un grande della televisione italiana. Ci ha lasciato Maurizio Costanzo, che aveva iniziato la sua carriera in RAI come autore di testi radiofonici negli anni ‘60, e poi era passato al microfono sia in radio che in TV inventando con “Bontà loro” la formula del talk show. L’ultimo saluto di 45mania non può che essere con un 45 giri, quel vinile sul quale abbiamo ascoltato tante volte Mina interpretare una bellissima canzone che Costanzo aveva scritto insieme a Ghigo De Chiara ed Ennio Morricone. Ciao, Maurizio e grazie di tutto, se telefonando, io potessi dirti addio, ti chiamerei…

Ed anche per oggi ci fermiamo qui. Appuntamento a sabato prossimo.
Buona settimana a tutti!

Le foto della settimana

Toto Cutugno al Festival di Sanremo 1983 (foto da Google Immagini)

Maurizio Costanzo ai microfoni di Radio Rai negli anni ’70 (Foto da Google Immagini)

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